113. L’Italia ha i complessi

Gioconda pokerPrimo maggio, festa del lavoro. Un giorno importante per tutti gli italiani che vivono in Germania.

Stavo quasi pensando di organizzare una festa per i lavoratori in Italia. Una cosetta per pochi intimi.

Ho visto così tante battute sul primo maggio e il lavoro che non c’è, che sembra quasi che la gente non abbia un cazzo da fare.

Ieri ho scritto un post che parlava, tra le altre cose, del NUOVO MINISTRO PER LO SVILUPPO ECONOMICO e che è stato, ad oggi, il più visto di sempre di Chi Non Muore. Citavo nel testo una frase del Premio Nobel per l’economia Krugman e, siccome molti mi hanno chiesto da dove venisse, ho deciso di postare la traduzione.

Questo è il link al testo originale inglese: THE ITALIAN MIRACLE

IL MIRACOLO ITALIANO

“L’Italia è un casino. Sì, ha un primo ministro, finalmente; ma le probabilità di una riforma economica seria sono minime, la volontà di proseguire con misure di rigore ancora più stringenti – che i Rehns di questo mondo ci dicono essere fondamentali – sta evaporando. Va tutto male. Eppure, una cosa curiosa sta accadendo:

grafico krugman

(Detto i

Che succede? Credo che siamo di fronte a prove forti a supporto della teoria di De Grauwe, che la salita dei tassi nei paesi periferici dell’Europa ha relativamente poco a che vedere con i timori di insolvenza, e che fosse invece un caso di panico del mercato reso possibile dal fatto che i paesi che sono entrati a far parte dell’Euro non hanno più un prestatore di ultima istanza, e sono soggetti a possibili crisi di liquidità

Quello che ora è accaduto è che la BCE sembra sempre più propensa ad agire come tale necessario prestatore, e che in generale l’ammorbidirsi della retorica del rigore fa apparire meno probabile che l’Italia verrà spinta al fallimento da una semplice mancanza di liquidità. Dunque, tassi che precipitano e pressione molto ridotta. (Detto in soldoni: se so che ad un certo tasso la BCE acquisterà titoli italiani, non scommetterò che i tassi saliranno ulteriormente – nota mia.)

Questo, per essere un po’ auto-giustificatori, dimostra anche che quando negli anni ’90 ero solito citare l’Italia quale esempio di come paesi avanzati potessero sostenere alti livelli di debito, non ero naive. Allora l’Italia aveva la propria moneta, e il debito era denominato in quella stessa moneta; sì, era legata alla parità con il marco tedesco, ma aveva l’opzione di abbandonare la parità. Entrando a far parte dell’euro, l’Italia si è trasformata, da un punto di vista macroeconomico, in un paese del terzo mondo con debiti denominati nella moneta di qualcun altro, e si è esposta a crisi di debito; ora, grazie alla posizione di Draghi, è tornata per metà nel primo mondo.”

In un altro articolo CHE CONSIGLIO CALDAMENTE  Krugman spiega, in maniera divulgativa, perché le politiche di austerity non stanno funzionando e perché la crescita del debito pubblico pare essere più una conseguenza che la causa della crisi… “Ad eccezione di casi patologici come la Grecia”. Insomma, il problema dell’Italia adesso è capire se siamo un caso patologico come la Grecia o no.

Il mio parere è che in parte lo siamo e in parte no. Abbiamo un debito pubblico enorme, una corruzione endemica, regole rigide e sprechi insostenibili. A fronte di ciò, grande risparmio privato e sacche di eccellenza. Il rischio adesso, dopo un anno che in nome della austerity si sono aumentate le tasse senza tagliare gli sprechi (ovviamente con effetti recessivi) i politici nostrani possano avvalersi della retorica anti austerity per non tagliare gli sprechi e rimandare il problema, confidando che i soldi in arrivo dalla UE possano rilanciare i settori produttivi che hanno tirato la carretta fino ad oggi.

È un po’ come se i nostri politici avessero giocato a chi si ferma prima correndo verso un burrone. Europa, finanzi le nostre imprese insieme ai nostri sprechi, o precipiti nel burrone insieme a noi?

(Del resto che politica potevamo aspettarci da una classe dirigente che quando il Paese è in crisi riempie le casse dello Stato legalizzando i videopoker?)

In sostanza la speranza dei nostri politici più conservatori è che l’Italia diventi per i paesi nordici quello che la Sicilia è stato per l’Italia, quando in Sicilia non c’era lavoro e lo si creava artificialmente per evitare problemi sociali.

Ma giusto perché si sappia: non voglio rovinare le feste a nessuno. Oggi mi faccio una grigliata, bevo vino rosso, trovo di che ridere. E ascolto musica.

PS: vi ricordo che per mettere il like sulla pagina facebook di Chi Non Muore il link è questo: CHI NON MUORE

2 pensieri su “113. L’Italia ha i complessi

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